giovedì 29 dicembre 2016

L'ospite del giovedì...Elisa!


Ciao Elisa, ben venuta nel nostro garage, per concludere questo nostro primo anno di attività ho pensato a te, giovanissima atleta con alle spalle interessanti esperienze nel tennis. 
Ciao ragazzi! Non sapete che piacere ho provato nell’obbligarmi a ripensare ai miei anni sulla terra rossa grazie alle vostre curiosità! 

A quanti anni hai iniziato a praticare sport?
Più o meno all'asilo, se la memoria non mi inganna.

Quali sport hai provato prima di approdare al tennis?
Solo il nuoto, qualche corso per iniziare a prendere confidenza con gli schizzi d’acqua.

Chi ti ha avvicinato al tennis?
Sono anni che me lo chiedo e non ho risposte certe. Credo che la “colpa” sia di mia mamma, che a quei tempi aveva iniziato a prendere qualche lezione per conto suo.

La soddisfazione più grande che hai ottenuto?
Difficile dirlo…a caldo me ne vengono in mente due: in campo individuale sicuramente la convocazione per la rappresentativa regionale a Milano, per la coppa Belardinelli, mentre nei campionati a squadre la vittoria delle regionali che ci ha fatto approdare alle nazionali (che soddisfazioni…ricordo ancora la faccia di qualche dirigente che mai avrebbe voluto la nostra vittoria!) :D

Delusioni in ambito sportivo? Ci sono state?
Si, tante...quel braccino che difficilmente mi permetteva di dare in partita tanto quanto in allenamento e che inevitabilmente mi faceva arrabbiare se la palla non andava dove dicevo io. Ma fortunatamente non ho ricordi ben definiti di delusioni particolari.

Il tennis e' uno sport di grande sacrificio e tensione emotiva, come gestivi queste due dimensioni?
Che bella domanda…beh, il sacrificio è comune a tutti gli sport praticati ad un certo livello e finché si è giovani (e non patentati, di conseguenza) credo che le difficoltà vere ricadano su chi ti deve scorrazzare da una parte all’altra della regione più volte alla settimana. Del sacrificio non ho grandi ricordi (se escludiamo panini mangiati al volo o studiate serali/durante il tragitto), prevalgono il piacere e la sensazione di piacevole fatica.
Per quanto riguarda la tensione emotiva, ahimè, non sono mai stata bravissima a gestirla. L’ansia da prestazione non mi ha mai abbandonata negli anni e dover riferire all’allenatore, che rarissimamente seguiva le partite, la performance mi ha sempre destabilizzata….anche perché, tenendo a vedere il bicchiere mezzo vuoto, avevo la capacità di concentrarmi sempre sugli aspetti peggiori del mio gioco. 
Un allenatore, non mio, ai tempi mi disse “Sei un muro! Che tu vinca o perda, la tua espressione non cambia!”…ecco, questa forse è la vera risposta, aver trovato un escamotage almeno esteriore per non dover condividere delusioni e paure (ma nemmeno le gioie, ne convengo) con gli altri.

Cosa ti manca delle stagioni agonistiche?
Gli allenamenti, quelli da cui si usciva con la lingua fuori e pieni di carica dentro. 

Oggi, che sportiva sei?
Clio! Mannaggia!! Questa è una domanda trabocchetto, dovresti dirmelo tu essendo mia compagna di squadra! :P
Ebbene, ora è necessaria una premessa…dopo aver abbandonato il tennis mi sono dedicata qualche anno alla pallavolo. Come è ben comprensibile, passare da uno sport individuale ad uno di squadra causa dei cambiamenti considerevoli…e tutto questo ha portato a ciò che sono oggi, in due parole una “sportiva cresciuta”, direi. Le tensioni/paranoie continuano ad essermi vicine ma in modo più marginale, il mio essere individualista è presente tutt’ora e mi sprona a dare il massimo, anche perché faccio parte di una squadra composta da persone cha hanno giocato in categorie ben più alte delle mie, e per questo stesso motivo sono anche certa di avere mani che si tenderanno nel momento in cui avrò bisogno di rialzarmi da terra, nello sport e non solo. 
Ma sono anche una “sportiva pigra” rispetto ad una volta, devo ammetterlo! 

Quali sono i tuoi progetti futuri?
La laureaaaaaaa! E onestamente vorrei anche seguire il detto “mens sana in corpore sano” e cercare di essere un po’ più costante dal punto di vista fisico (ma lo dico da anni, quindi non mi fiderei molto delle mie parole).

Cosa diresti ai giovani tennisti che decidono di avvicinarsi all'agonismo?
Credete in voi stessi, volere è potere.

Fatti un augurio per il tuo 2017?
Mai mollare.

Il migliore augurio te lo facciamo noi, ringraziandoti per la preziosa testimonianza!
 

Nessun commento:

Posta un commento